8 anni senza Giulio Regeni

Erano le 19.41 del 25 gennaio 2016, quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir. Giulio Regeni scriveva un sms dal Cairo alla fidanzata per farle sapere che stava uscendo. Poi più nulla. Poco dopo, la studentessa Noura Wahby, conosciuta da Giulio nel 2014 a Cambridge, denuncerà sul proprio profilo Facebook la scomparsa del ricercatore.

Pochi giorni dopo, il 3 febbraio, il corpo nudo e atrocemente mutilato di Giulio Regeni sarà trovato in un fosso lungo la strada del deserto Cairo-Alessandria, alla periferia del Cairo. Zittito per sempre. Rapito, torturato, ucciso. Il nome del ricercatore italiano si aggiungeva al lungo elenco delle persone torturate a morte in Egitto.
In quel silenzio è morta, insieme al giovane appassionato e talentuoso ricercatore, la verità, la libertà, e con essa ogni diritto umano conquistato nel corso della storia.
A 8 anni di distanza dalla sua morte, Giulio Regeni non ha ancora visto una vera giustizia e la sua famiglia non ha neppure potuto ancora vedere i volti dei 4 uomini accusati di aver torturato e ucciso il giovane accademico.
#25gennaio #8annisenzaGiulio

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