“Fissando il suo corpo, morbido e abbandonato, accanto a me, nel suo letto, tra le lenzuola multicolore, con il petto liscio, ben rasato e le guance spinose di barba da rasare, con l'espressione infantile sul viso disteso… sentivo che lui era tutto ciò che volevo e che potevo desiderare. Non rimaneva nulla, neanche la più piccola traccia del male, delle stranezze, delle offese, dei malumori, degli scossoni, che mi avevano travolto anche solo poche ora prima e che mi avrebbero atteso solo qualche ora dopo.”
Ero plagiata da un uomo. Sopportavo tutte le sue angherie e le sue assurdità, compresa la sua ossessione compulsiva per i social, attraverso i quali esibiva sé stesso, controllava me e interagiva col mondo reale. Ma soprattutto ero dimentica di me, in balia dell'amore, qualunque amore, anche quello impossibile, quello tossico. Solo la mia ansia rimaneva vigile, a tentare di mettermi in guardia e a dirmi di non illudermi. Io la sentivo ma non l'ascoltavo.
Il narcisismo manipolatorio è un disturbo grave, soprattutto per chi lo subisce. Il narcisista ci sa fare, sa incantare, come sa mortificare. Io ero convinta di poterlo e doverlo salvare, ma il narcisista è un malato che non vuole essere salvato. Affascina, provoca, azzarda e approfitta, finché non rimane con le dita chiuse nel cassetto del suo vuoto interiore.
Solo alla fine, chi è vittima e al contempo complice del narcisista, prenderà in considerazione questa “ipotesi di reato”, dopo aver abbracciato ogni altra giustificazione possibile.
Così anche io mi sono chiusa le dita nel cassetto, come se le chiude ogni credulone, innamorato dell'amore, soggiogato dal narciso, manipolatore, che da intossicato di sé stesso, intossica anche te.
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