In questi giorni tutto il mondo del libro italiano (autori, editori, librai, cartolibrai e bibliotecari) sta dimostrando unità nell’appellarsi al parlamento e al governo per chiedere il ritiro delle proposte di modifica e cancellazione della 18App. La richiesta è arrivata da tutte le associazioni del settore: AIE – Associazione Italiana Editori, ADEI – Associazione degli Editori indipendenti, ALI – Associazione Librai Italiani, SIL – Sindacato Italiano Librai, Federcartolai Confcommercio, AIB – Associazione Italiana Biblioteche, SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, SLC-Cgil Sezione Nazionale Scrittori.
Le stesse associazioni ora sono unite anche nella campagna di sensibilizzazione #salvatela18app: si chiede infatti non solo di confermare la 18 App, ma anche di farlo con l’attuale dotazione e per tutti, indipendentemente dal reddito dei genitori.
“La 18app non è perfetta – aggiunge Levi – come dimostrano le indagini della Guardia di Finanza che ha portato alla luce numerose truffe. Bene ha fatto il governo e il parlamento a porre la questione di come mettere freno all’improprio uso delle risorse che danneggia prima di tutto il mondo del libro: autori, traduttori, illustratori, editori, librerie e i 212mila addetti dell’insieme delle industrie culturali del nostro paese. Qualsiasi riforma in questo senso è benvenuta e anzi auspicabile. Ma deve rimanere fermo il principio che la 18app è per tutti: non è giusto che i ragazzi e le ragazze paghino il prezzo di chi abusa di questo strumento, un numero comunque molto piccolo: secondo i dati resi noti dalla Guardia di Finanza, gli abusi nel periodo 2018-2020 riguardano il 2,36% del totale delle risorse impegnate”.
In un video proposto dai suoi canali social, la premier Giorgia Meloni ha dichiarato: “I 500 euro oggi sono riconosciuti a tutti i neo-diciottenni, indipendentemente dal reddito: ma per me non c’è ragione perché il figlio di una coppia di milionari, di un parlamentare, o mia figlia stessa, quando compirà 18 anni, riceva tale contributo. Penso che potrei rinunciare ai 500 euro per comprarle libri o altri contenuti culturali. Deve averne diritto invece chi ha redditi più bassi, per cui la misura è molto più impattante…”.
La premier dovrebbe però ripensare allo spirito di fondo dell’iniziativa, che è quello di lasciare libertà ai neodiciottenni, che lo Stato riconosce come adulti, di spendere il buono nei contenuti culturali di loro interesse. Tale libertà, tra l’altro, in questi anni ha contribuito a rivitalizzzare lo stesso mercato librario.
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